Ne parla mezzo mondo ormai, e tutti quelli che lo menzionano lo fanno con toni negativi, comprendendo realmente la situazione e rendendosi conto di cosa potrebbe comportare per l'internet di un domani non cosí lontano.
Noi italiani, ultima ruota del carro sotto l'aspetto economia e politica ma sempre all'avanguardia su blocchi e gabelle abbiamo giá assistito quest'estate a qualcosa di simile, una legge che il passato governo Berlusconi ha cercato di far passare sotto il nome di "arginamento delle attività di apologia o istigazione a delinquere compiute a mezzo internet", che di per sè sembrerebbe essere cosa positiva, ma che aveva un risvolto negativo: il controllo dei contenuti su internet da parte del governo. Fortunatamente per noi la legge è stata abrogata.
Quello di cui vi parleremo oggi, e che ci preme di mettervi al corrente è lo Stop Online Piracy Act (SOPA - H.R. 3261 disegno di legge del 26 ottobre 2011, proposto da Lamar S. Smith, deputato del parlamento USA).
Wikipedia, anche questa volta come la scorsa, si è fatta paladina per la difesa dell'informazione libera su internet, schierandosi contro questo provvedimento inadeguato e restrittivo che metterebbe definitivamente il bavaglio della censura a quel mezzo d'informazione globale che si chiama internet, che fino ad oggi è stato l'icona della libertá di espressione e al contempo della globalizzazione.
Ma non è tutto. La cosa potrebbe apparentemente non interessarci, esistendo miliardi di siti web al di fuori del controllo del governo USA (OT: Il server di MS si trova in Texas) ma questo danneggerebbe comunque l'altra metà di internet, che si ritroverebbe comunque privata di una quantità di informazioni inimmaginabile (e viceversa). Il progetto di legge infatti autorizzerebbe il Dipartimento di Giustizia americano a richiedere l'emissione di ordinanze del tribunale contro i siti web che si trovano addirittura fuori dalla giurisdizione degli Stati Uniti una volta accusati di violare i diritti d'autore o di rendere possibile o comunque facilitare attività di violazione del copyright.
Sono almeno sei i punti che il mondo ha contestato al SOPA e al Protect IP Act (PIPA):
Sono almeno sei i punti che il mondo ha contestato al SOPA e al Protect IP Act (PIPA):
- Il provvedimento, censurando internet, violerebbe i diritti del Primo emendamento della costituzione degli Stati Uniti d'America, minacciando la libertà di parola e mettendo in pericolo i proprietari dei siti web a causa della denuncia degli illeciti.
- Il SOPA prevede una causa legale per un singolo contenuto in violazione di copyright, mentre il DMCA (Digital Millennium Copyright Act, cioè il disegno di legge attualmente in vigore negli USA) prevede una semplice diffida da parte del detentore dei diritti; il prezzo con il SOPA è l'oscuramento del sito, con il DMCA è la rimozione del solo contenuto caricato illegalmente;
- Il SOPA rende perseguibile il sito che ha reso possibile o facilitato la pubblicazione del contenuto in violazione, pertanto costituisce un pericolo per i siti che permettono agli utenti di caricare contenuti: i siti a contenuto aperto, i social network, i blog, ecc. per i quali è impossibile controllare cosa gli utenti caricano. Con il DMCA invece la responsabilità del reato ricade sul singolo utente che ha caricato il contenuto, e non sul gestore del sito;
- Le spese legali costituiscono un deterrente e un serio pericolo per i siti non-profit o low-budget... vedremmo in poco tempo sparire qualsiasi sito aperto per portare avanti progetti open source. Firefox, Thunderbird, Il network Mozilla, le varie distro Linux e qualsiasi progetto senza scopo di lucro potrebbero scomparire.
- Si presta facilmente ad un uso strumentale da parte dei detentori di diritti per mettere in ginocchio determinati siti, in quanto questi ultimi dovranno sostenere le spese legali anche se le accuse di violazione di copyright si rivelano essere false!;
- Rende illegali anche strumenti informatici che non hanno nulla a che fare con le violazioni di copyright: Virtual Private Networks, proxy, software per l'anonimato; strumenti indispensabili per gli amministratori di sistemi informatici, attivisti per i diritti umani, e dissidenti politici in tutto il mondo.
Ora, se tutto questo fosse realmente positivo come il governo USA vorrebbe far credere, non ci sarebbe il mondo (del web) intero in protesta.
Dopo aver letto quanto trattato qui sopra, non sorprende scoprire che Google, Yahoo, YouTube, Facebook, Twitter, AOL, LinkedIn, eBay, Mozilla Corporation, Roblox, Reddit, Wikipedia, Wikimedia Foundation (per citarne alcuni), nonchè organizzazioni per la difesa dei diritti umani come Reporters Without Borders, Electronic Frontier Foundation (EFF), ACLU, Human Rights Watch si sono esplicitamente schierate CONTRO questo provvedimento.
È innegabile che internet abbia sconvolto e messo profondamente radice in tutte le varie culture seminate sul globo, ed è altrettanto innegabile che i governi non si rendano conto che controllare l'incredibile potenziale di questo media significa avere in mano le redini del mondo.
Gli anglofoni possono documentarsi meglio dalla pagina dedicata di Wikipedia:
http://en.wikipedia.org/wiki/Stop_Online_Piracy_Act
Il 24 gennaio sapremo quali saranno le sorti di internet.
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